nerd cafè

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martedì 14 maggio 2013

la rece dell'uomo coi pugni de fero (una sola r perchè è ignorante)

E' martedì sera e ancora non hai scritto la recensione del film di RZA? 

 Si, lo so... ho avuto problemi a concentrarmi e il lavoro...

Cazzate.

 Solo in parte! Tutta colpa di breakdown su google immagini... hai presente la barra di ricerca immagini di   google? Bene scrivi atari breakdown e inizi una partita al classico dell'arcade con le immagini come   mattoncini. In pratica, una droga.

Va bè, meno stronzate e più fatti... 'sto uomo dai pugni di ferro vale i tre euri del biglietto durante la festa dl cinema?

Ok, dammi due secondi e te lo dico... sto battendo il mio record personale...





Allora veniamo a noi e inizio con la premessa: quando Q.T. si cala nei panni di produttore, i suoi dindini sono sempre stati utilizzati per cose che fanno rimanere soddisfatti i patiti di genere e storcere un pò il naso allo spettatore sprovveduto ( le prove più palesi? le serie di film e one shot di Dal tramonto all'alba, Grindhouse, Machete, Four Rooms e Hostel). Ora passiamo alla rece semi seriosa, distaccata e priva di spoiler.



L'uomo coi pugni di ferro entrerebbe a pieno titolo tra i film che proseguono gli intenti di quel meraviglioso esperimento cinematografico che era grindhouse: in questa occasione i generi che si rendono omaggio sono due, i kung fu movie made in Hong Kong, sdoganati negli anni '70 con i film di Bruce Lee e di tutti gli attori protagonisti nelle epiche lotte corpo a corpo nella Cina Imperiale, e il fenomeno del Blackexploitation, pellicole con protagonisti attori e attrici afroamericani.
A Jungle Village, in una Cina ancora feudale, vive un fabbro che si fa chiamare semplicemente Blacksmith. L'uomo, ex schiavo di colore fuggito dall'America, fabbrica micidiali armi per qualsiasi committente, siano anche clan tra loro contrapposti. Un giorno, il villaggio si trova al centro di una grave minaccia: quando il clan dei Lion riceve il compito di scortare un carico d'oro destinato a passare per il villaggio, il saggio leader White Lion viene tradito e assassinato da due suoi luogotenenti, Silver Lion e Bronze Lion. Il figlio dell'uomo ucciso, Zen Yi, si dirige così verso Jungle Village in cerca di vendetta, mentre molti clan rivali, venuti a conoscenza degli eventi, si scatenano per mettere le mani sull'oro. Nel frattempo, nel luogo fa la sua apparizione anche un misterioso cacciatore di taglie britannico, di nome Jack Knife. Vendetta, desiderio di potere e combattimenti mozzafiato sono gli ingredienti di questo film corale che porta buoni e cattivi ad una lotta all'ultimo sangue che non lascia scampo fino alla fine.

X-blade, il tizio con l'armatura garantita da chef tony.



La mente che ha partorito il soggetto di questo film è RZA, che ha sempre avuto una passione per i film della Shaw Bros. e il kung fu. Dopo anni di collaborazione nelle musiche in diversi film (Ghost Dog e Kill Bill su tutti), qui lo vediamo nel triplice ruolo di protagonista, regista e co-sceneggiatore (affiancato da un altro amico di Tarantino, Eli Roth). Come primo lavoro non è male ma ha ancora molto da imparare: la sceneggiatura è un pò debole e gioca molto sui riferimenti di genere, la regia altrettanto e il risultato è che non si sa bene alla fine le potenzialità di RZA, troppo impegnato a  replicare l'atmosfera e il ritmo dei suoi film ispiratori tanto da nascondere la sua presenza. Se la trama scricchiola, le prove di recitazione degli attori principali sono comunque degne di nota: rivediamo una Lucy Liu in splendida forma, un Russel Crowe che si diverte a impersonare un cacciatore di taglie appesantito dagli anni ma ancora con la prestanza di un giovine e ci sono camei di due icone degne di nota: l'ex eroina della blackexploitation Pam Griem e Gordon Liu.



In conclusione siamo di fronte a un film non perfetto, forse dal ritmo troppo serrato per poter narrare bene una storia dalle molteplici sfacettature e che si pone troppo in confronto con i generi cinematografici da cui prende ispirazione, ma rimane un buon film di scazzottate e acrobazie, con personaggi ben caratterizzati e quel sapore di cinema d'altri tempi che alla fine non è da buttar via.



La scheda spoilerazzi e critica pesa del Blutarsky

Hai presente quando vedevi i film di kung fu, quelli del primissimo Tarantino e pensavi "Catso, anche io potrei mettere su una sceneggiatura che sia la sagra delle citazioni"? Si. Però la maggior parte delle volte arrivavi alla conclusione che non si poteva realizzare la sagra della citazione perchè se dietro non c'era l'impalcatura di una storia valida, i buoni intenti vanno a fancoolo e perdeva tutto il mordente. Ecco forse a RZA e Eli Roth (il pche per lui è un errore grave) non è capitato di pensare a questa conclusione.



La storia ha del così prevedibile, come del resto lo erano anche i film da cui traggono ispirazione, che come spettatore era in alcune occasioni noioso (tipo le scene in cui non si pizzava nessuno, ma ammetto che sono moooolto poche). Comunque, apparte la tirata di orecchio ai due per questa storia all'apparenza piatta, trova un non so che di affascinante quando ho realizzato che i richiami sono i veri protagonisti del film, forse più di un RZA che inizia a essere un kickasser nel finale di film, di un Batista che sa lo stile della tigre (corrazzato d'oro) di una Lucy Liu che ormai è tarata per morire ogni volta che fa la boss di un clan della malavita locale, o del Ciccio Crowe che mi ha fatto ridereissimo quando si era fatto le sopracciglia da romulano per camuffarsi con la gente del luogo (ma rimane sempre cazzutissimo con la pisola lama).



Una trama da film western in un film Shaw Bros. style, i richiami a pilastri del genere come ad esempio l'omaggio ai tre dell'operazione drago o una sequenza con l'inquadratura dall'alto che fa una panoromica in sequenza delle stanze del bordello di Madam Blossom che ricorda la sequenza di Shoshanna alla prima del film di porpaganda in inglorious basterds , uno splatter (secondo me zampino di Roth) che non fa mai male, quelle comparsate di Griem e Liu che sono i momenti "oh ma guarda come se so invecchiati...". Alla fine è un film sborone che non ha molte pretese se non quello di essere il film più sborone che ci sia al momento. In questo è onesto e ad è una cosa che ho apprezzato, al giorno d'oggi ci sono parecchi colossal che non rispettano le aspettative (con questo non voglio dire che sia Iron man 3 ma Iron man3 è un buon esempio).  




e per concludere in bellezza: nel cast c'è Jamie Chung, francamente l'attrice asiatica/americana più sexy degli ultimi anni, l'avevo vista in ruoli minori in commedie e e in quel film un pò gne ma con tanta gna che era sucker punch... anche qui non smentisce la sua pheegaggine:





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