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martedì 28 maggio 2013

Fast and Furious 6: la Rece del Blutarsky

Ci voleva. Altro che cinema impegnato, dai personaggi dalle mille mila sfaccettature e dalla trama criptica, dalle riletture del critico e dalle intenzioni diverse del regista... Botte da orbi, stunt e scene d'azione con il minimo sindacale in quanto a effetti visivi digitali, macchine veloci e uno script preso da una puntata di hazzard, un pò da un film anni '90 e un avvicendarsi di cose esagerate: questo è in sintesi Fast and Furious 6 col 20% di auto stile Mad Max e Gattiger.



niente auto modificate alla giapponese...


ma un paio di auto trampolino sono il nuovo must del furfante/asso del volante: in questa foto il villain Shaw compie una fuga col botto.

Partiamo con la trama: Il buono come il pane agente Interpol Hobbs (the Rock, sapete quello che quest'anno s'è visto in G.I Joe e in snitch...) porta la sua simpatia in Russia perchè un commando superpiù (lo stesso che alla fine del cinque vedeva tra le fila in una foto Letty, la ex creduta morta di Dom. Toretto, si lo so anche questo e beatiful) con le macchine fighe ma non troppo che sta mettendo a segno dei furti di materiale militare potenzialmente pericoloso; con un interrogatorio alla Poliziotto Cattivo- e no, ciccia, il poliziotto buono è in ferie, l'agente riesce a sapere che il gruppo guidato dal main villain di turno, l'ex SAS Owen Shaw, si trova a Londra per preparare un colpo gobbo.



Dato che il mite Hobbs sa che per combattere il fuoco bisogna usare il fuoco, meglio se sovralimentato col NOS, convince Dom. e Brian (esiliati nelle Canarie... hanno tipo tutti gli agi ma vorrebbero ritornare in America) a trovare Shaw facendo leva sulla rediviva Letty e sul fatto che se loro collaborano potranno tornare negli Stati Uniti senza quelle cosucce di accuse.



Tra un inseguimento, una scena in stile fast and furious con le corse clandestine, colpi di scena chiamati al citofono, sipareietti comici della premiata ditta Taj-Tayrese, e cambi di location tra Regno Unito e Spagna (con la pista di decollo per aerei più lunga al mondo), il film arriva con un ciccio colpo di scena finale che chiude un cerchio che aveva messo solo in disparte il terzo film della saga.



Questo film, è un tassello di kickassaggine pura che da un quadro più chiaro alla saga e spiana la strada per l'immediato futuro (qualora i risultati incoraggeranno la produzione a richiamare tutta la crew per la settima cavalcata); appurato il fatto che il tosto Dom, il tipo insopportabile ma che ci volete fare e così Brian siano insieme a Hobbs gli spaccaculi ufficiali del film, i personaggi di contorno non solo equilibrano con il comedy il film (spassoso la macchietta che hanno Ludacris e Roman Pierce) ma riescono a dare ancora più corpo all'universo dei film di F&F. E' estremamente esagerato, dalla nota scena del carrarmato al combattimento finale su un aereo con tanto di handicap match tra un villain e la coppia di pelati Diesel e The Rock, ma gli effetti visivi utilizzati e proposti nel film non annoiano, non fanno perculare la pellicola come succederebbe con un action di quart'ordine. E' il film da due ore da ridere e da commenti a voce alta, perchè e caciarone come lo spettatore spensierato, poche parti noiose e nonostante la trama che non lascia molte sorprese (apparte nel finale), non fa venire lo sbadiglio. Una chicca per i fan di The Rock: in questo film suda di meno.



NON TUTTI SANNO CHE:
Fast and Furious non era stato concepito per essere un franchise da box office: il primo era uno one shot che voleva prendere il contesto del tuning e delle corse clandestine come l'ambientazione di un point break da fine anni '90 (se non sai di che cosa sto parlando, randellati il costato e recupera il film). Il successo è stato tale non solo da influenzare tv, videogiochi e il mondo intero ma anche tale da investire e cambiare ad ogni  film, quella petecchia del secondo e re-start con lo spin off apparentemente fuori dalla storyline del terzo. Dal quarto fin qui, la Universal e il regista Justin Lin  hanno imbastito una storia capace di prendere tre-quattro film, a seconda degli incassi, e al momento questa cosa piace sia al pubblico sia agli attori 

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