nerd cafè

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venerdì 22 febbraio 2013

Noi Siamo Infinito: Le rece di Dennis e Blutarsky.

Le recensioni sono di norma cose difficili da scrivere, specie se: 1) non sai se puoi scrivere con l'approccio asettico del serio o del freak che credi di essere come faceva quel gonzo di Hunter S. Thomas per i suoi articoli. 2) quando si tratta di film che in un modo o nell'altro ti senti legato, il lato hooligan può prendere il sopravvento e ciao. Quindi per questo film (e se piace a voi frequentatori di nerd cafè) mi sdoppio in 2 persone così da avere il gusto di scrivere serioso (Dennis) e di farlo alla maniera di Blutie. INIZIAMO.

da destra a sinistra: Percey Jackson, Hermione Granger e il simpatico e gaio fratellastro di turno


Dennis scrive:
Noi Siamo Infinito (perks of being a wallflower) 2012, regia di Stephen Chbosky


Alla sua prima da regista, Stephen Chbosky non poteva chiedere di meglio: dopo un esperienza letteraria come scrittore e sceneggiatore per la serie tv post-apocalittica Jerico, gli è stata data l'occasione di poter adattare e dirigere l'adattamento del suo libro perks of being a wallflower (i vantaggi di essere carta da parati), campione di vendite in Usa e divenuto un cult tra gli adolescenti americani.
Come film è un piccolo gioellino di genere che riporta al cinema gli adolescenti con i loro trascorsi; le loro paure e sogni sono messi in scena senza troppa retorica ed elementi eccessivamente zuccherosi; anzi, vengono descritte con uno stile asciutto accompagnato da una colonna sonora di tutto rispetto . Ambientato tra il 1991 e il 1992, il film  racconta la storia di Charlie, un ragazzo che deve convivere con due traumi (il recente suicidio del suo migliore amico e la morte della sua zia preferita quando era un bambino) che lo hanno spinto a essere introverso e timido con il mondo esterno . Al suo primo anno di liceo deve cercare di fare una cosa che ha sempre trovato difficile: farsi nuovi amici. Per un ragazzocome lui, ideale vittima del bullismo per la sua reticenza e presenza anonima a scuola, è un qualcosa di estremamente difficile. La sua ricerca lo porta dunque a legare con due ragazzi dell'ultimo anno: Patrick e sua sorella Samantha, il primo studente estroverso che frequenta il laboratorio di educazione tecnica con Charlie e fratellastro di "Sam", ragazza spensierata, attrice teatrale nel rocky horror picture show nella compagnia teatrale degli studenti e terribilmente attraente. I caratteri diametralmente opposti con Charlie fanno in modo che tra loro nasca un amicizia forte e che permette a Charlie di aprirsi e confrontarsi anche con la vita non certo facile dei suoi amici (non mi dilungo troppo su questo aspetto cruciale). Tra situazioni comiche, dilemmi sentimentali ed episodi drammatici, il nostro Charlie trova il modo di superare il trauma infantile, trovare il coraggio di amare, sognare (prenderà in seria considerazione di diventare scrittore) e accettare il mondo esterno per quello che è, una dimensione in cui l'essere diversi non deve per forza essere uno svantaggio ghettizzante ma una caratteristica che ci rende speciali nel cuore di chi ci è amico o chi ci ama.



Il cast è azzeccatissimo: il protagonista Logan Lerman riesce a impersonare l'insicurezza e l'apparente disorientamento di Charlie, Ezra Miller e Emma Watson non gli sono da meno, e chi ha seguito la carriera dell'attrice britannica dall'inizio della sua carriera rimarrà spiazzato dal suo ruolo. La rosa degli attori presenta anche altri volti noti: da Paul Rudd a Joan Cusack, passando per un Tom Savini a suo agio nel cameo del professore di educazione tecnica; a chiudere la cerchia di attori i giovani Mae Whitam (indipendance day, Scott Pilgrim vs the world), Jhonny Smmons (Jennifer's body, Scott Pilgrimm vs the world) e Julia Garner (Sin City). Il film si lascia vedere, i flashback del passato di Charlie chiariscono lo stato mentale del protagonista e spiegano la sua fragilità nel trovarsi "solo" quando viene prima rifiutato dai nuovi amici e poi quando questi terminano il liceo e partono per l'università. L'unico neo che ho trovato nella regia è un cambio repentino di "registro" che spiazza lo spettatore; come accennato il film è drammatico con parti più leggere, da commedia, che smorzano il tono nei momenti opportuni; questo cambio avviene senza una certa gradualità, tutto in molto molto brusco: se prima si ride per come Charlie descrive la sua prima relazione sentimentale ufficiale, di colpo si torna alla "pesantezza" di come il suo amico Patrick viene trattato dall'ex e dai suoi compagni di football. Forse è stata una cosa voluta/non voluta da Chbosky, dato l'impegno di condensare il suo libro in un ora e mezzo circa, ciò nonostante non pregiudica negativamente questo film.


Tra adolescenti vampiri, streghe e maghi, figli di divinità greche, licantropi e chi più ne ha più ne metta, noi siamo infinito è l'ideale continuazione dei film degli anni'80 come Breakfast club: un quadro generazionale che ritrae la fatica di crescere e non importa di quale decade sia stata la tua adolescenza: lo sforzo è il medesimo per tutti.

La versione di Blutarsky è piena di spoiler: sarebbe meglio che abbiate visto il film, poi potete leggerla a vostro rischio e pericolo, comunque.
Charlie (non) fa surf, ma abbiate pietà.

Mercoledì sera. Sala semi deserta... tutti a vedere l'esplosioni a iosa di Bruce Willis, io da solo nella mia poltroncina. Il fatto che ci siano anche delle coppie non aiuta a mettermi a mio agio, così compaiono nei posti afianco Es e Super Ego per blindarmi dall'ammore emanato dalle coppiette; Ego? Ha preso la serata libera ed è nella sala a fianco a vedere Die Hard. Dopo aver sorbito la pubblicità inizia quel film che aspettavo da novembre... Questo noi siamo infinito è uscito un anno fa in Usa e in estate nel resto del mondo. Noi, in Italia ce lo prendiamo solo ora e mi sono concesso il lusso di non andare al cinema nel giorno dell'uscita, giovedì 14 febbraio, perchè già parto col malus di essere single  e se andavo a vederlo alla prima sarebbe stato un curioso caso di masochismo.
Il film parte come il romanzo: inizia con il protagonista, Charlie, che scrive una lettera ad un amico, si scopre subito che l'amico in questione era il suo miglior amico suicidatosi da poco tempo (un trauma che si è aggiunto ad un altro nella vita di Charlie e che verrà rivelato a suon di flashback);  scrivergli le lettere è un consiglio di uno/a dottore/essa che segue il ragazzo per poter esternare il suo stato d'animo, dato la sua indole introversa. Con queste righe scritte a mano, il protagonista racconta quanto sia stato terribile il primo giorno di liceo: senza il fratello maggiore, ex ragazzo popolare a scuola e partito per l'università, senza l'aiuto di sua sorella che frequenta l'ultimo anno e sarebbe stato pericoloso per il suo status sociale farsi vedere in giro col fratello, Charlie racconta di come si sente a disagio in mezzo ai ragazzi "normali", preferendo essere isolato che preso alla berlina dai più grandi e dai coetanei (massimi esponenti dell'epiteto "teste di meenchia"). Gli unici due esseri viventi che sembrano viaggiare nella sua lunghezza d'onda e possono sembrare dei potenziali amici sono il prof di letteratura (ma sarebbe da sfigato farsi amico un professore al primo giorno) e un tizio dell'ultimo anno che frequenta ancora il laboratorio di educazione tecnica/ falegnameria- insomma quella roba del costruisci te: il divertente, fuso di testa Patrick.
L'occasione per far amicizia con questo Patrick arriva durante la partita di football della squadra del licieo, sugli spalti; molto timidamente il Charlie saluta Patrick, questi non solo ricambia ma gli fa cenno di sedersi vicino a lui. Mai occasione si rivela migliore: dopo un paio di minuti ecco che spunta la sorellastra di Patrick, Emma Watson, alias Sam. Rimango talmente in fissa che neanche faccio molto caso al dialogo, che tanto un flash mi entra in testa e ripeto come un mantra: "pubertà, hai fatto di nuovo un ottimo lavoro". Bene, questi sono i primi 15 minuti di film; se mi mettessi a raccontare tutto il film ci metterei giorni (anche perchè se penso sempre al film la prima cosa che mi viene in mente è Emma Watson); sappiate che lo spirito anni' 90 è bello intonso, le musiche azzeccate e c'è una scena in particolare che mi è rimasta in testa: Sam, tunnel, Heroes di Bowie a palla e capelli al vento.






In generale se dovessi essere sintetico il film non è perfetto: alcuni personaggi rimangono un contorno appena abbozzato, il ritmo di narrrazione non lascia tregua, lasciando l'impressione che un pò più i spazio nel film avrebbe reso giustizia. 


Comunque il film è godibilissimo anche con questi difetti che se ci penso bene sono come piccole imperfezioni che lo rendono "umano", si rivela un qualcosa che sa di calci secchi allo stomaco e pezzettini di commedia che forse sono stati messi lì per volontà dei produttori dicendo "Diamine, Steph.! (Stephan Chbosky è il deus ex machina di tutto: ha scritto il libro, curato l'adattamento e girato il film. Mancavano solo le musiche e gli effetti visivi) Metti qualcosa che alleggerisca i toni... puoi raccontare la parte in cui Charlie si fa di marijuaana per la prima volta con un tono comico?"; e così c'è il rapporto nascosto di Patrick con il campione di footbal della scuola che non vuole far sapere di essere gay, spaventato come è dal padre e dall'opinione dei suoi beneamati amici, l'episodio di (awww) Sam che racconta che il suo primo bacio fu con il capo di suo padre (sporco pedofilo il capo di suo padre ma a quanto pare non è l'unico). A fare da contraltare a queste storie pesanti c'è la prima "botta da brownies alla maria" di Charlie, le messe in scena del musical Rocky Horror Picture Show dei suoi amici a teatro, e la prima fallimentare esperienza da fidanzato del nostro Charlie con l'amica di Sam Mary Elizabeth (con il peggior epilogo che adolescente potesse scegliere).



 Fallimentare perchè il Charlie, come me e molti altri, sbava davanti a Sam, peccato quel suo ragazzo che fa l'universitario con la sua faccia da uomo vissuto, la sua cultura ecc... Stronzo. Anche se non viene approfondito il personaggio, comunque resta uno stronzo. Ma alla fine Charlie si metterà con Sam? Non chiedetemelo, andate al cinema e basta. Ah, ultima cosa; quando sono uscito dal cinema pensando a quanto fosse bella Emma Watson e dopo aver fatto il gioco "quell'attore lo visto in..." (Tom Savini che fa il prof è la sorpresa del film, visto che te lo rcordavi come il vice sceriffo Toro in planet terror e sex machine in dal tramonto all'alba e il teppista in zombi...), ho rivisto Ego che usciva anche lui dall'altra sala cinematografica. Camminando vicino a Es e Super Ego ha detto: "Panda di Bevilacqua ha ragione: Die Hard 5 è parecchio broccoliculo".

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