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lunedì 4 marzo 2013

L'educazione siberiana: la scheda di Dennis e Blutarsky

Un' altra settimana al cinema. Un nuovo film da vedere. Venerdì scorso è stata la volta de L'educazione siberiana.



La scheda di Dennis.
  
Educazione siberiana di Gabriele Salvatores, Italia 2013


Gabriele Salvatores torna alla regia e lo fa portandoci nel freddo e anonimo ghetto russo per presentarci L'educazione Siberiana


 L'operazione per portare sul grande schermo un libro è un complesso compromesso autore e regista; a volte capita che il regista pieghi il lavoro dell'autore tanto da rendere irriconoscibile il film, a volte è lo scrittore che impone paletti nelle quali è difficile fare uscire un lavoro che appaghi lo spettatore. Quando tutte e due sono personalità forti, poi, si possono generare grossi flop o avere un film chesebbene abbia diversi elementi non presenti nel libro non tradisce del tutto la sua anima originale. Tutta questa filippica per dire che Gabriele Savatores e la supervisione di Nicolai Lilin sono riusciti creare un film intenso e sincero.


Intenso perchè il film viaggia tra tre linee temporali attraverso il meccanismo del flash-back e racconta la vita del giovane Kolima senza annoiare; dalla sua infanzia nella comunità ciminale dei Siberiani, sotto l'ala di nonno Kuzja che partisce a lui e ai suoi amici l'educazione del criminale onesto, passando per la maturità in cui trova il conflitto tra gli insegnamenti ricevuti e il mondo che lo circonda e infine giungendo all'età adulta, quella delle scelte più radicali per il personaggio principale nel quale conclude una personale caccia all'uomo e tronca per sempre col suo passato.



In questi tre archi narrativi, il regista scandisce anche una storia d'amore proibito, di amicizie tradite e fedeltà ai propri ideali: in questa maniera non affiora tanto il lato duro e violento presente nel libro ma racconta la formazione di un bambino e nel mutevole scenario che era la URSS/Russia tra l'88 e il 98. Quello che colpisce è appunto l'educazione siberiana che è forse racchiusa nella frase "non puoi possedere più di quello che il cuore possa desiderare"; un etica severa e giusta, intrisa di religione cristiana ortodossa e regole precise su cosa è buono o cattivo; ad esempio è atto giusto uccidere un soldato o rubare i ricchi ma non è tollerato l'omicidio di un bambino o rapinare un anziana. Proprio seguendo gli insegnamenti del nonno che Kolima non accetta le illusioni e l'esagerazioni delle altre famiglie della malavita russa (come farà invece il suo amico Gagarin), non si espone con Xenja, la ragazza di cui deventa amico, perchè è una "Voluta da Dio", e infine accetta di fare giustizia quando quest'ultima diventa vittima di uno stupro.



Sincero perchè il modo in cui viene girato il film è misurato, senza esagerazioni di sorta: sarebbe stato facile sfociare in un genere d'azione tutto sangue, sparatorie e droga, ma non è così. Le scene violente ci sono (l'omicidio a sangue freddo di Kolima adulto o l'esecuzione sommaria del Sibieriano Ink o ancora l'interrogatorio della polizia russa col protagonista), un certo tono crudo è comunque presente ma non è esasperato fino all'inverosimile. Anzi queste scene vengono bilanciate da sequenze poetiche e leggere: come la scena dei colombi o del giro di giostra sotto le note di Absolute Beginners di David Bowie.
Il film sa toccare le corde del sentimento e quelle della tradizione dei film sullo sfondo della malavita organizzata (l'impòortanza della famiglia e dei principi tradizionali contro la tracatonza e l'ambizione alimentata dal dictat del tutto e subito);  togliendo gli attori americani ( Malkovich e Stormare) e l'interprete di Xenja (la britannica Eleanor Tomlinson), gli altri attori sono tutti alla loro prima esperienza e scelti nel paese dove è stato girato, la Lettonia; nonostante l'azzardo, il film guadagna in recitazione e vince la scommessa di Salvatores (non nuovo a queste scelte).


La versione di Blutarsky.

Teso, ma non troppo. Violento, ma non troppo. Diverso dal libro, ma la sottotrama rimane. Queste sono le frasi che mi vengono se voglio sintetizzare al meglio Educazione siberiana; che sia stato difficile mettere su pellicola un libro autobiografico e con un impostazione anni luce lontana da un romanzo classico (è infatti basato sugli aneddoti e i ricordi dell'autore, quel tipo tosto di Nicolai Linin) era sottinteso, specie per quelli che entravano in sala già con la consapevolezza di andare a vedere un adattamento, "un film ispirato a".


Questi spettatori avranno sicuramente avvertito quel senso taglia-cuci,quel sorvolare su certi particolari (i più violenti) per dare spazio ai personaggi assenti da quel libro ignorante e spigoloso che è in realtà.  All'occhio di chi è digiuno dal romanzo (come me) Educazione Siberiana è una descrizione di un decennio dal 1988 al 1998 di uno degli aspetti più nascosti dell'ex Urss, il sottobosco malavitoso dell'est. Un sottobosco combattuto dalla tradizione, che vedeva i criminali simili agli uomini d'onore del buon vecchio Corleone di Coppoliana memoria, contrapporsi al' effimera ma ammiccante e ambiziosa nuova criminalità tutta violenza, lussuria e soldi facili come nello Scarface di De Palma.



 Per mettere in scena questa conflittualità vengono utilizzate le storie di due bad guy della situazione, Kolima e Gagarin, che sfocerà nello scontro dopo la comparsa del fattore scatenante, elemento che intaccherà  il delicato equilibrio, impersonato dalla ragazza con disturbi mentali Xenja.
Con una trama principale tipicamente drammatica che trasforma gli occhi delle ragazze in due cuoricini e che non risparmia qualche sequenza da sospiri come il giro su un calcinculo colorato in mezzo a un quartiere grigio e triste circondato dai condomini tutti uguali (e la presenza di una canzone di Bowie),








ci sono gli elementi fondamentali del libro che descrivono la famiglia dei siberiani : onore, rifiuto alla droga, rubare e uccidere per il bene della comunità, l'importanza dei tauaggi e del valore della ferrea educazione intrisa di religione e azioni estreme.
E' in sostanza un film da vedere, che ti incoraggia a prendere in mano il libro vero; non annoia, i personaggi sono tutti credibili, non c'è una nota che stoni. I due attori principali sono tutti alla prima esperienza cinematografica, vuoi la capacità di Salvatores di vedere lungo sugli attori in erba siano bambini che adulti, risultano in sintonia con i ruoli interpretati. E Malkovich così non lo si vedeva da un pezzo.




NOTA:
Un'aspetto interessante del film è l'argomento dei tatuaggi; 

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